sabato 14 settembre 2013

IL MISTERO DEL GUSTO

Sabato mi dedico spesso alle banalità e, pensate un po', è il momento nel quale posso dare il meglio di me.
Abito da sempre nei luoghi comuni, riscoprendoli o inventandone di nuovi, ad uso e consumo di chi ha la sfortuna di conoscermi o frequentarmi (unga unga).

Beh, senza perderci in fronzoli, oggi parliamo di gusto.
Si, anzi, di gusti.

Avrete certamente notato che, da quando siete passati dal procedere a gattoni fino allo spuntare del primo capello bianco, i vostri gusti sono cambiati.
Piatti o sapori che prima odiavate sono diventati quasi i preferiti, tra lo stupore di chi vi conosce da sempre.
La scienza dice che, mediamente, ogni uomo cambia gusti alimentari ogni 5 anni.
Penso sia vero.
Prendete me: fino a qualche mese fa odiavo la liquirizia ed ora impazzisco per quel liquore nero come la pece che ho messo nel congelatore per tirare su il morale nelle serate meno brillanti.
Ma gli esempi sono decine e decine.
In questa tesi facilmente dimostrabile c'è un però.
Prendete per esempio i piatti (anche i più semplici) per i quali impazzivate da bambini e provateli oggi. Delusione?

Ma se sul piatto cucinato da zero ci sarebbe poco da dire (avete semplicemente cambiato gusti), su quelli industrial chimici l'affare si ingrossa.
Si, dai, i prodotti confezionati o quelli surgelati.
Prendete per esempio la Nutella. 
Molta gente oggi si lamenta, sostenendo che la "crema degli dei" negli anni abbia cambiato decisamente sapore. I più pensano che la ricetta sia stata modificata per far posto a qualche intruglio chimico a basso costo o a scarti e sottoprodotti degli ingredienti originari (oli di palme vari, burro di cacao, ecc, ecc).

Anche per me il gusto della Nutella non è più lo stesso, ma non so cosa pensare.

E' perché il gusto che conservo nella memoria è quello di un bambino ed oggi invece è cambiato con l'età, o è effettivamente la ricetta ad essere cambiata?
E la cosa vale per un'altra infinità di alimenti confezionati.

Le Speedy Pizza per esempio, non sono più quelle di una volta.
Mi fermo qui, osservando però che i prodotti tipici calabresi che cucinava mia madre e che cucina ancora, non hanno perso neanche un briciolo di quel sapore unico che ha accompagnato la mia infanzia.........
Quest'ultima considerazione non mi permette di continuare l'analisi (per vostra fortuna) perché cedo sopraffatto alla nostalgia de ricordi. Riesco solo a dire "W LA CALABRIA!"
Il mistero quindi resta aperto!

Nella foto quello che resta di una montagna di polpette (di mia mamma appunto) spazzate via in un secondo da un attacco di fame post atomica!
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Perché l'estate vola?
Ma questo è un mistero buono per il prossimo luogo comune.

Il mio "metodo dei loci.... comuni" è infallibile.


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