mercoledì 5 giugno 2013

ILVA, DEBITI PUBBLICI E CREDITI PRIVATI


Il disfacimento nazionale è ben rappresentato dall'attuale situazione dell'ILVA di Taranto.
Dopo aver approfittato, speculato, sfruttato, inquinato, evaso, determinato la morte di centinaia e centinaia di persone (chissà quante ancora), distrutto un'intera zona e ricattato la città, la regione e l'Italia intera, ecco che  ora la patata bollente passa nelle mani dello Stato, e solo per pagare i debiti.
I crediti, ben più di quelli sequestrati in scandaloso ritardo, sono stati prontamente occultati nei paradisi fiscali che frequentano lor signori, mentre i debiti sono lì belli in evidenza e ce li hanno appena caricati sulle spalle.
Il governo degli amici dei padroni ha il guanto di velluto con quest'ultimi e quello d'acciaio con il popolo.

Ah..che le prescrizioni dell'Autorizzazione Integrata Ambientale sarebbero state disattese l'avevano capito tutti, eppure politici e media hanno passato mesi a raccontarci la favoletta dell' "ora che c'è l'AIA vedrete che bonificheranno". Tutte palle. Come sempre.
Questo Paese, il nostro Paese, si sta spegnendo come una candela tremolante.
Ma la colpa non è solo di quella ristretta fazione di rapaci capitalisti ma anche e soprattutto del popolo che li lascia fare.
Se i giovani, l'unico baluardo di speranza rimasta, non inizieranno a tirare fuori i denti per riprendersi la dignità ed il futuro che gli sono stati sottratti, l'Italia presto diverrà un arido deserto.
Un deserto fatto di morti di amianto, morti suicidi, morti di fame, morti di tristezza.
ENRICO LETTA DIMETTITI!

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