domenica 1 aprile 2012

PIAZZA FONTANA: ROMANZO DI UNA STRAGE

Ho visto il film di Marco Tullio Giordana (al cinema), liberamente ispirato al corposo libro di Paolo Cucchiarelli (Il segreto di piazza Fontana) che, nelle sue lunghe 700 pagine, narra gli avvenimenti della tragedia.
Il post è un pò complicato, perchè voglio parlare sia del film, sia del libro.
Partiamo col film.


ROMANZO DI UNA STRAGE - IL FILM


Parto subito da quello che non mi piace del film: non è un documentario (con fedele ricostruzione dei fatti), ma trae in inganno lo spettatore quando consegna alle immagini fatti dei quali non si è per niente sicuri. La tragica scena della morte di Pinelli è chiaramente non mostrata (come spiegare con le immagini una "caduta accidentale" inverosimile come quella?), ma si mostra invece il commissario Calabresi fuori da quella maledetta stanza nel momento della tragedia. Di questa cosa non si è affatto certi. Anzi, in molti ancora pensano che non solo Calabresi fosse nella stanza in quel momento, ma  anche che abbia avuto un ruolo preminente nell'accaduto. Insomma, per essere corretti, non accusando e non assolvendo il poliziotto, nel film non avrebbero dovuto mostrare neanche Calabresi  al  momento della caduta di Pinelli. Inoltre, nel film si trasforma il commissario Calabresi in un eroe buono, "sacrificato" dallo Stato del quale è egli stesso servitore. Che Calabresi fosse un servitore dello Stato non ho dubbi; che sia stato "scaricato" dallo Stato neanche; nutro qualche dubbio invece sull'immagine dell'eroe buono. Intendiamoci, non essendo stato condannato per gli eventi, mi guardo bene da accusare Calabresi quale responsabile diretto della morte di Pinelli. Ma le responsabilità indirette dell'accaduto sono chiaramente anche sue. Solo per citarne una, Pino Pinelli , quando è morto, era tenuto sotto custodia in modo del tutto illegale (era scaduto il termine entro il quale rilasciarlo o arrestarlo). Resta chiaro che l'omicidio Calabresi è stato un atto ignobile e non giustificabile con nessun errore eventualmente commesso dal commissario.
E della doppia bomba ne vogliamo parlare?
Un'ipotesi secondo me poco credibile.
Perchè i fascisti avrebbero dovuto orchestrare un "sistema" così complicato, quando per accusare gli anarchici avrebbero potuto semplicemente piazzare una bomba e falsificare una rivendicazione con la A degli anarchici?
Perchè raddoppiare una bomba? Troppo complicato e, quindi, poco credibile.
Un'altra cosa che non mi piace è l'impressione che avvolge il film: è stata una strage di Stato, ma non c'è niente da fare per colpire i colpevoli o per evitare che una cosa così possa accadere di nuovo. Infine, la cosa più importante: un film non può essere liberamente ispirato ad una storia vera, a meno di non distinguere bene le verità storiche e le supposizioni. Se si mescola tutto, dando peraltro l'idea del documentario, si corre il rischio di far passare delle "verità" mai dimostrate. Infine, una storia così lunga e complicata meritava un pò più di analisi e qualche scena in più. Ci sono in giro film polpettoni che durano un'eternità, pur non avendo niente da dire, e film come questo che durano troppo poco. Ma è il cinema signori.

Veniamo ora alle cose che mi piacciono. La figura di Pino Pinelli è sicuramente quella giusta. Perchè, nel film come nella vita vera, Pino Pinelli è stato un uomo giusto ed onesto. Un uomo che nulla aveva a che fare con quella ignobile strage e che ha pagato con la sua vita il suo credere alle idee di libertà insite nell'anarchia stessa. Gli attori sono credibili, così come l'ambientazione. 

In conclusione, pur essendo fatto bene, il film raggiunge lo scopo solo per chi la storia la conosce e sa distinguere le verità storiche dalle ipotesi e dalle congetture. Dubito però che il grande pubblico cui è rivolto il film sappia qualcosa di piazza Fontana (o comunque non in modo abbastanza approfondito)


IL SEGRETO DI PIAZZA FONTANA - IL LIBRO.
Paolo Cucchiarelli


Premetto di non aver letto il libro in questione e, quindi, posso esprimermi solo indirettamente. Si perchè invece mi sono letto le 132 pagine del resoconto che ne ha fatto Adriano Sofri qui (http://www.43anni.it/).
Sofri contesta parecchi punti del libro, accusando lo scrittore di non aver neanche letto le carte processuali (altrimenti non avrebbe scritto quanto ha scritto). Le due cose che più contesta Sofri (secondo me correttamente) sono la "doppia bomba" e la responsabilità di Pinelli nelle "bombe dimostrative". 

Volevo comprare il libro ma non posso nascondere il fatto che col suo istant book Sofri mi abbia convinto a non farlo. Dall'analisi di Sofri emerge un libro pieno zeppo di errori grossolani e a volte incredibili. Insomma un libro sciatto, scritto sotto l'impeto della ricerca di una verità a tutti i costi. 
Se Cucchiarelli vorrà replicare a Sofri, con analoga pazienza andrò a leggere le sue controdeduzioni. Ma, per il momento, credo che abbia ragione l'ex leader di Lotta Continua.
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IN CONCLUSIONE, VI CONSIGLIO DI ANDARE AL CINEMA A VEDERLO, MA ANCHE DI DOCUMENTARVI ALMENO UN PO' PRIMA, IN MODO DA CAPIRE QUALE SIA IL DOCUMENTARIO E QUALE LA FICTION

L'ultimo pensiero va alle vittime dell'ignobile strage, ai loro cari, a Pino Pinelli ed al commissario Calabresi.
Tutti morti ingiustamente (sempre ammesso che ci sia una morte giusta)

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