martedì 31 gennaio 2012

SCHETTINO: CE NE STAVA UN ALTRO (DI SCOGLIO)

Ho letto (e riletto) le 150 pag. dell' interrogatorio del comandante Schettino, per capire come è potuto succedere e, come ho già detto in un altro post, sono rimasto davvero sconcertato. Non voglio unirmi al folto gruppo di quelli che si accaniscono sull'uomo Schettino, ritenendolo unico colpevole di tutto, ma invito a leggere questi verbali, per avere un'idea scevra da interpretazioni giornalistiche.

Credo che siano 4 i punti chiave della triste sciagura:
1) il perchè e il come dello scontro con gli scogli
2) la gestione dell'allarme e dell'evacuazione
3) l'abbandono nave di Schettino
4) le responsabilità degli altri (Costa Crociere ed Enti di Controllo marittimo).

Ecco appunto. E' su questi 4 punti che ho cercato di concentrare l'attenzione, e devo dire che Schettino, nell'interrogatorio, sembra non si risparmi nelle spiegazioni. Purtroppo, nonostante sia una sciagura insostenibile, in molti passaggi Schettino passa dalla tragedia alla commedia, soprattutto a causa del suo "stile" e della sua  narrazione paradossale (l'unica giustificazione che mi sono dato è che Schettino fosse ancora in stato di shock ).
Sapendo bene di non poter riportare l'intero testo, cercherò di allegare le parti che ritengo più interessanti (in più post)

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1)  il perchè e il come dello scontro con gli scogli

ecco come racconta Schettino l'urto....(tra parentesi le mie eventuali osservazioni)

(estratto da  pag,6)
Vado sul ponte di comando, era stata tracciata la rotta, io avevo fissato un 05 di distanza al passaggio; al primo ufficiale che seguiva le consegne da me impartite gli dissi di ridurre la velocità inizialmente, man mano che la nave accostava e si portava sulla dritta, dissi: "Okay, adesso io assumo il comando e termino io la manovra". Nel venire a dritta ho stabilito un CPA di circa 028 dall'isola, sapendo,(estratto pag.7) consultando dalla carta nautica, che fino a sotto lo scoglio ci fosse profondità, è cosi ho fatto. Stavo salendo...quando poi mi sono affacciato sulla prua mi sono reso conto che ci sono due scogli, di cui uno, quello del quale io rilevavo la distanza minima alla quale mi ero prefisso di passare, che era quello che il radar batteva, ma nella realtà ce ne stava un altro, io ho visto sott'occhio, che stava più verso la nave. E' lì è stato..(ecco, se il come è stato davvero questo, è un miracolo che non sia accaduto prima. Parla di aver visto sott'occhio un altro scoglio, come fosse una casalinga che al parcheggio del centrocommerciale non ha visto il panettone in cemento sull'angolo morto dell'auto. E gli strumenti di bordo? E perchè il radar non "batteva" anche lo scoglio in questione?) .se io avessi, e di questo ne sono convinto e ne sono lucido, non continuato l'accostata della nave a dritta, la nave non avrebbe scodato con la poppa e non avrebbe interessato quello scoglio. Perchè dalla carta nautica, di cui io premetto che sono consapevole che l'unica cosa che...cioà a dire la verità, perchè solo questo è, perchè comunque quello che io sento di dire è quello, nè più e nè meno! (questo passaggio lascia intendere lo stato di Schettino) Io la lucidità del ricordo ce l'ho, cioè sto cercando di costruire quegli attimi nella massima freddezza e nella massima lucidità. Quando stavamo andando avanti e poi ho sentito questo...questo scuotimento della parte poppiera e dopo un pò è successo il black out. Non ho capito, ma io onestamente pensavo che la parte interessata dall'urto fosse l'estrema parte poppiera e non come poi dopo ho capito durante le conversazioni a seguire, con la stessa valutazione fatta col direttore di macchina, che iniziavamo ad imbardare acqua in dei compartimenti e che 
(estratto pag.8)quella fosse stata la ragione del black out, in quanto si era allagato il quadro elettrico principale della nave, no? (no?) Allora io ho detto, consapevole del fatto che sotto l'Isola del Giglio lì c'è una profondità di oltre cento metri, a poca distanza dalla costa, inizialmente sono venuto a dritta, il mio intento era quello...appena fatto il black out, non sapendo l'entità del danno, perchè sono tutti pensieri e valutazioni che un comandante cerca di fare al momento, no? (no?) Di non allontanarmi dalla costa, perchè nella peggiore delle ipotesi non andavamo dall'altro lato dove c'era una profondità di centinaia di metri, anzichè decine di metri.(Qui Schettino lascia intendere che, subito dopo l'urto, ha già in mente che tutto possa precipitare e che la nave possa affondare) In questo frangente con un occhio controllavo che la nave bene o male scarrocciasse nella direzione giusta, quindi ho dato prima tutta a dritta, poi a sinistra per rimettere in rotta. La nave è iniziata a venire a sinistra, verso gli scogli, il vento era da grecale, quindi sul mio lato dritto nave e praticamente per effetto stesso dell'accelerazione angolare che la nave prende tende ad andare al vento, no? (dopo l'urto è rimasto senza motori e cerca di sfruttare l'inerzia del movimento  già in essere e...il vento!!! Come fosse una barchetta a vela!!!) E quindi in questa rotazione, usando il timone, perchè è l'unico mezzo che uno ha, perchè se non l'avessi fatto andava troppo avanti nel porticciolo, perchè io non so se in quei momenti, quando sei responsabile di vite, si ha una percezione di...si stabilisce un qualche cosa che ti guida, cioè l'istinto è stato quello lì. Nel momento in (da pag.9)cui si susseguivano tutti questi pensieri nella mia testa, il mio obiettivo finale sulla quale ero concentrato, una volta che si stava svolgendo questo episodio, chiamare il direttore di macchina per farmi capire qual è la causa di questo black out, perchè abbiamo fatto black out? Perchè nella mia testa ho colliso lo scoglio, però la nave con tre compartimenti a galla allagati contigui riesce a galleggiare (questo dei compartimenti, come poi si vedrà nei prossimi estratti, è fondamentale. Schettino afferma che la nave non affonda anche con 3 compartimenti contigui allagati. Ma questo è il limite. Se anche solo sono 4, la nave presto o tardi affonda!!).Quinsi se è sulla parte finale, noi dobbiamo galleggiare e capiamo che cosa è successo. La nave è compartimentata in modo che ci ha motori di propulsione 1,2 e 3 in un compartimento stagno; 4, 5 e 6 nell'altro compartimento stagno e due motori elettrici, due P.E.N., che sono motori di propulsione. A me mi è stata data come informazione dalla centrale macchina che i due motori di propulsione erano interessati dall'acqua. In quel momento là io ho capito che non stavamo parlando di urto afferente la parte poppiera della nave, ma che era alla zona più verso il centro. Nel momento in cui poi mi hanno confermato l'allagamento dell'1, 2 e 3, ho detto:Aspettate un attimo, mi confermate la disponibilità del 4,5 e 6? E la possibilità di attivare la nave con il quadro elettrico secondario, gestendo il 4, il 5 e il 6, no? con i motori di propulsione? Cioè noi produciamo l'elettricità, abbiamo sei gruppi elettrogeni, di cui tre e tre per la ridondanza del sistema e sono
(da pag.10)posizionati in compartimenti stagni diversi. E aspettavo, pendevo da questa informazione per stabilire poi tutte le varie metodologie più appropriate per vedere il da farsi. Abbiamo fatto black out, ci siamo spenti completamente; è partito il diesel di emergenza, dopodichè mi sembra che ci siamo rispenti di nuovo (qui doveva capire che era finita!). In questa fase qua io avevo le disponibilità di un radar e vedevo che la nave stava scarrocciando nella direzione da me più o meno voluta, sia per effetto del differente angolo di bar, prima dritto e poi a sinistra, che ha portato una repentina decelerazione della nave, perchè sono due timoni che piegandosi portano un effetto frenante; con il vento proveniente da dritta e imboccando la nave andando a dritta, praticamente la nave già in teoria si dispone sempre con la prua a vento, in quanto il baricentro della nave per effetto del moto in avanti crea una componente che con l'effetto e col centro velico porta ad accostare la prua dal lato del vento. In effetti io monitoravo tutto questo che era...cioè la nostra testa quando la usiamo in questi scenari è un potente simulatore. Quindi lei, cioè la mia testa, stava lì e in effetti vedevo che stava accadendo esattamente quello che io credevo dovesse succedere.
G.I.P. - Mi scusi se la interrompo, prima...(interviene il Giudice Indagini Preliminari)
Schettino - Cioè il sto cercando, senza perdere il filo di...
(da pag.11)
G.I.P. - Si, va bene.
Schettino- Perchè io sto facendo uno sforzo...
G.I.P.- Va bene, vada avanti. Vada avanti. (il per carità lo aggiungo io)
Schettino - Dopo facciamo un passo indietro per raccontare tutte le varie comunicazioni che si sono svolte.
G.I.P.- Si.
Schettino. Sono come dei collage nella mia testa, c'è da finire prima uno e poi, se le mi consente, l'altro.
G.I.P. Prego.
Schettino- Girando sulla destra vedevo l'ufficiale Canessa che diceva: "Comandante, ci stiamo avvicinando all'isola", ho detto "Si, va bene così, lascia fare, avviciniamo all'isola, predisponiamo il nostromo che vada a prora..."...Ah, nel frattempo mi avevano dato l'allagamento di tre compartimenti contigui (quindi nel frattempo Schettino scopre di essere quanto meno al limite dell'affondamento) La nave inizialmente pigliando la falla a sinistra, logicamente ha iniziato questo sbandamento a sinistra. Per simmetria in allagamento, perchè la nave è fatta in modo che se prende un colpo dal lato, per poter mettere a mare le scialuppe da ambo i lati, non deve sbandare più di 15 gradi, perchè altrimenti le sciapulle che lei vuole mettere in mare dal lato opposto non ci riesce, sia perchè i pistoni non riescono ad espellere la scialuppa e poi perchè anche nella sua caduta libera andrebbe ad urtare lungo lo scafo della nave. Ho chiesto di mettere
(da pag.12) in moto a tale proposito, durante la fase di allagamento, la pompa di zavorra, di bilanciamento, per fare in modo da tenera nei vari stadi di allagamento della nave, la nave più simmetrica possibile a ponti orizzontali, e questo non funzionava (Scopriamo che la "Pompa di zavorra" non ha funzionato. E qui credo che la Costa Crociere non se la possa cavare scaricando su Schettino...); ho chiamato il direttore di macchina e non riusciva a darmi la possibilità di bilanciare questa benedetta pompa. Avvicinandomi verso l'Isola del Giglio mi sono spostato sulla retta di dritta, poi sono stati mezz'ora, minuti, non credo ore, perchè il tempo diventa...le ore diventamo minuti e tutto si...ho fatto dei corsi in merito (!), quindi so esattamente che...non vorrei fare errori nel quantificare tempi che poi non siano sinceri e veritieri. Andando sulla dritta, l'ufficiale mi ha detto che si stavano avvicinando agli scogli, io chiedevo quanto segna la profondità dell'acqua, perchè consapevole che con tre compartimenti contigui e con la possibilità di eventuali trafilamenti degli stessi  e potendo andare ad interessare un quarto, la nave potesse affondare (si capisce che Schettino punti sulla costa perchè è già disperato). Quindi in quel momento preciso prima ho predisposto la fase di emergenza generale e poi susseguentemente quello di abbandono (come vedremo in seguito, sul quando e sul come sia stato dato l'allarme, Schettino si contraddirà di continuo). Nel momento in cui la nave si stava andando a mettere sul fondale fortunatamente da me voluto, perchè quella è stata poi alla fine una fortuna (!!!), ho dato fondo all'angolo di dritta due lunghezze volute, cioè derivando, non aprendo (da pag.13)il freno, in modo che avessi la disponibilità di poter sondare l'acqua a disposizione. Il nostromo mi riferiva da prora che eravamo fermi sui 50metri d'acqua, cioè la catena di dritta a 50m non derivava più, significa, io ho interpretato questo come...vedendo sulla carta nautica c'era come una scarpata che va da 100, 70 e poi c'è acqua, sui 20metri, da poter adagiare la nave lì. Dopodichè ho dato fondo all'ancora di sinistra, che con effetto del vento che agiva sulla superficie velica della nave, sulla struttura, avrebbe dovuto...è quello che mi ha consentito di limitare lo sbandamento creato sia dall'allagamento dei locali di dritta, che dall'immersione della poppa, perchè la poppa stava iniziando a scendere, no? Quando ero sulla retta di dritta e ho sentito che la catena di sinistra...che io ho messo due ancore a mare, sia per mantenere la nave ferma e sia per rallentare l'imbardata, la sbandata verso dritta, perchè ero consapevole di dare il tempo per fare abbandonare la nave ai passeggeri e mettere le scialuppe di salvataggio in mare. Poi ci stava una motovedetta lì ferma sulla prua, noi abbiamo una potenza di cavalli di prora, di..di prora in manovra di 7mila cavalli, a occhimetro, ad occhio e croce mi sembrava una motovedetta che doveva avere circa sui mille cavalli, gli ho chiesto di prendere un cavo a prora per cercare di mantenere la prora sulla scarpata, senza (da pag.14) farla scendere. Perchè la mia...cioè lei ha presenta un muro, no? Cioè io nella mia testa vedevo questo muro e che la nave potesse scendere giù (4100 persone in bilico!!!). Alla fine ho detto: No, va beme, comunque ci avevo le ancore, va bene così, il vento mi spingeva. Quando ho sentito un urto enorme, praticamente immagino, presumo, perchè non l'ho potuto vedere che sono andato via di notte, che sul bulbo della notte la catena abbia fatto uno sforzo, perchè veniva in forza; praticamente manteneva lo sbandamento questa catena in forza con otto lunghezze. Quando ho sentito questo urto ho immaginato che la quantità d'acqua che stava imbardando era talmente cospipua, congrua che tra poco la nave si ribaltasse (vedremo in seguito che questo del ribaltamento è spiegato con lucida banalità). In quel momento, un attimo prima però di questo, credo un dieci-quindici minuti prima, mi sono riassicurato con il comandante in seconda che l'allarme di emergenza generale fosse stato beninteso (no no). Gli ho detto: "Mettiamo al mare tutte le lance di dritta, perchè solo così posso rimuovere peso da dritta", prima per dare la priorità a mettere le lance in mare sul lato dove l'angolo andava da sè, in più rimuovendo il peso di 150persone per lancia, più il peso della lancia, io toglievo una cospicua quantità di peso da dritta, dando la possibilità alla nave di recuperare lo sbandamento di 20-25 gradi, per far sì che potessi anche evacuare le persone che erano salite sulle lance di sinitra (rendiamoci conto. Una nave di quella stazza, e Schettino fa i conti della serva per recuperare peso scaricando i passeggeri). Nel momento in cui ho sentito (da pag.15)  quest'urto forte ho detto agli ufficiali del ponte:"Noi stiamo qui, dobbiamo valutare come fare evacuare le persone che non possiamo evacuare con le lance di sinistra". Ho detto: "Prima apriamo il portellone di dritta", poi mi sono corretto e ho detto: "No", un ufficiale mi ha supportato, non ricordo chi, "Comandante, no, perchè potrebbe entrare l'acqua", (se apri il portellone può entrare l'acqua? Ma ci rendiamo conto?) ho detto: "Si, ma io non intendevo quello di dritta, intendevo quell'altro di sinistra, che è rimasto più su", quindi la mia intenzione è i far scendere i passeggeri e di evacuarli, di fare la spola con le imbarcazioni utilizzate e di mandarli a terra, di farli ritornare a fare questa spola qua (Schettino ci fa capire che se la nave per sfortuna (visto che ammette che è per fortuna che è andata verso riva) avesse preso il largo, non ci sarebbero state scialuppe per tutti. Fare la spola usando solo una parte delle scialuppe sarebbe stato impossibile). Nel frattempo a loro li ho mandati al ponte 3 per coordinare le operazioni di sbarco, io ho voluto avere una situazione più chiara e sono salito sul al ponte...al ponte 9; dal ponte 9 sono uscito su alla piscina; di lì sono andato su, ho preso il cellulare e ho richiamato il comandante della sala operativa, che ci avevo il numero memorizzato nel cellulare(!!!!), chiedendo di chiedere alla motovedetta in posizione, in prossimità della poppa, che fondale rilevasse. Lui mi diceva:"Al momento c'è sotto 20 metri, a 20 metri la nave sta...io la sento che si sta sempre più imbardando, perchè se avesse urtato il fondo io non avevo più perplessità, ormai la nave più di quella non si inclina, il discorso è che la nave era (da pag.16) ancora galleggiante. La sua conferma mi ha detto atto che effettivamente il pescaggio di 8 metri, ce ne stanno 20, la poppa continua ad affondare, continuiamo ad affondare! Ho chiesto al comandante della Capitaneria, credo sala operativa, non mi dica il nome che non lo ricordo, di...scorgevo un traghetto posizionato sulla mia sinistra, ho chiesto se era possibile farlo appoggiare sulla poppa, perchè il mio intento finale era di portare la nave in secca il più possibile, per adagiarla sul fondo (voleva una spintarella!!!). Poi questo non è successo, non so perchè. Dopodichè?! Dopodichè, mentre stavo sul ponte la nave ormai credo sia stata inclinata sui 25-30 gradi più o meno, sentivo tutti i lettini prendisole che sbattevano da un lato, che sono tutti quanti andati a finire nell'altro e vedendo che la nave si inclinava sempre di più, ho immaginato che si iniziavano a rompere i finestroni giù e quindi più la nave sbanda, più la pressione dell'acqua li fa rompere; quindi mi sono recato dal lato dello sbandamento, perchè già la nave era sbandata così, per scendere più presto le scale, in modo che io scendevo le scale, che praticamente il muro mi diventava quasi pavimento; cioè io sono sceso giù al ponte 3 e sono arrivato al ponte 4. Al ponte 4 da lì ci stava un...uno della nave, io scivolavo, questo mi ha preso, "Comandante", mi ha preso da terra due volte e sono andato al ponte 3 a sincerarmi che continuavano (da pag.17)le operazioni iniziate di trasferimento dei passeggeri tramite il ponte passeggiata, che ormai era sull'orlo dell'acqua. Quindi da lì ho incontrato il nostromo, che con i cancelli aperti già questo l'avevano iniziato. Ho detto ad un operaio di macchina, credo fosse un operaio di macchima un bulgaro, un elettricista, non ricordo , ci ha la barba incolta questo qua, io non ricordo, abbiamo mille e 200 persone, mille e 100 persone di equipaggio il nome, lo potremmo poi verificare, gli ho detto: "Guarda, vai sul lato sinistro e fammi sapere quante altre persone dobbiamo trasferire a dritta che sono intrappolate sulle lance, perchè non possono venire" e da lì il più...mi ricordo un signore con un bambino in braccio, l'ho aiutato a farlo salire nella lancia eccetera. Dopo un pò ci sono state delle urla pazzesche, perchè credo si siano rotti altri vetri e ci sono stati proprio come degli scoppi, pum pum (pum pum??????). Sopra la mia testa, no? Queste lance qui, che non sono le lance tradizionali che lei mette le gru fuori e scendono, hanno dei bracci che sporgono dalla nave in modo perpendicolari così e la lancia sta al centro; questi due, la nave sbandando sulla dritta, hanno quasi raggiunto l'acqua. Quindi noi stavamo intrappolati io con la lancia sotto, il comandante in seconda stava vicino a me, lui è scivolato letteralmente in acqua, perchè poi immagini il piano che man mano diventa in (da pag.18) discesa, no? Io sono salito sulla lancia, ma più che salito (in seguito parlerà della famosa scivolata a sua insaputa), ma questo...era inevitabile che ci andassi io, perchè stavamo...anche per spingerla fuori, perchè la nave catapultandosi così avrebbe comunque schiacciato me, la lancia e i passeggeri che stavano dentro e non ci sarebbe stata possibilità di allontanarsi, perchè sono due bracci...Tanto è vero che per manovrare e uscire ho detto al timoniere: "Ferma i timoni, portiamoci fuori a braccia", ci siamo avviati fuori e dirimpetto, dopo manco il tempo di accelerare e la nave, la prora della lancia è sbattuta in uno scoglio; da lì gli occupanti sono scesi. Ricordo di avere chiamato la sala operativa, perchè devedo i mezzi di salvataggio, perchè come sono scivolato (la scivolata!!!), sono stato favorito praticamente da andare su questa benedetta lancia (favorito?); il comandante in seconda è andato a mare e le altre persone erano scivolate in acqua, perchè non era più possibile stare sulla...ho chiamato per dire: "Guardate, noi abbiamo le lance di salvataggio che sono grosse per manovrare, ci mandate quei gommoni che stanno lì, per cortesia?", mi ha risposto un comandante donna, credo una donna, "Si, comandante mi dica". "Senta, io sono tra la nave e uno scoglio, mi mandate per favore un'assistenza, qualcuno a togliere questa gente dall'acqua?"
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Questo è solo l'estratto di 12 pagine.....non si può avere la visione completa (soprattutto in relazione al mancato allarme generale ed alle operazioni di emergenza), ma si capisce che la storia del come gli scogli siano comparsi all'improvviso non quadra. Perchè il radar ne batteva solo una parte? C'erano almeno 3 ufficiali in plancia, più il tecnico che operava sulla strumentazione di bordo. Nessuno si è accorto di niente? Considerato che (come dirà in seguito) il sistema di "check" della nave non funzionava (quello che, a mezzo di sensori sparsi per lo scafo, segnala al comandante se la nave affonderà e anche in quanto tempo), e che anche la "pompa di zavorra" era guasta (e il sistema di back up dei dati), ci sono garanzie per affermare che invece il "sistema di guida e supporto" funzionasse?

E se fosse stato colpa della strumentazione e della superficialità di chi stava in plancia?
Perchè Schettino afferma più volte di aver visto "ad occhio" gli scogli?





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